22 gennaio 2006

 

Greetings from NYC, New York.




Corrado Augias, nel suo "I segreti di New York" ( Mondadori, I edizione ottobre 2000):

"Tutti hanno visto New York anche senza averci mai messo piede, abbiamo tutti guardato e chiuso nella memoria tali e tante immagini che per poterla davvero "vedere" sarebbe necessario, più che per qualunque altra città, spogliarla dell'usura, dimenticare i romanzi e i film visti, le loro pagine e le loro immagini, i personaggi e gli scenari ricorrenti, i tic. Con Charlot, Woody Allen, Martin Scorsese, Al PAcino, De Niro e gli altri la città ha avuto dei veri e propri cantori visivi di tale forza da imporre quei tratti all'immaginario dei nostri giorni.

Nessun europeo è mai veramente sorpreso da ciò che vede arrivando perché ha già letto o visto tutto anche senza essersi mai mosso da casa. L'europeo medio conosce il profilo della città, sa che sui tetti delle case più vecchie ci sono delle strane cisterne di legno molto fotogeniche, sa che d'nverno si levano dai tombini sbuffi di vapore con un effetto molto cinematografico e infatti molto filmato, conosce gli usi e i costumi di New York, ha partecipato ai suoi cocktail, ha visto inaugurare mostre, gente morire assassinata per strada, anziani derelitti languire nel caldo delle sue estati soffocanti, giovani giocare a freesbee sui praticelli rognosi di Washington Square, ubriachi persi smaltire l'eterna sbornia in un rigagnolo, belle signore eleganti e uomini molto ricchi entrare nei grandi alberghi attraverso porte scintillanti, ha conosciuto puttane aggressive come malviventi e altre generose come sorelle, sa come risponde e quali paure cova un autista di taxi, sa che in certi momenti non è prudente girare per Harlem e che di notte il Central Park va evitato perché potrebbe trasformarsi in un incubo."

Ho letto finora solo le prime 70 pagine, il libro è interessante ed apprezzo molto lo stile narrativo di Augias. Ma riguardo alle ultime frasi del brano riportato: c'è davvero da aver paura a girare per strada a New York City?

I siti internet che riportano la classifica delle città più pericolose degli Stati Uniti dicono che NYC è la quarta più sicura dopo Honolulu nella categoria "città con oltre 500.000 abitanti". Anche dai Forum in Internet e dalle guide aggiornate si ricava la netta impressione che NYC sia oggi una città molto tranquilla da questo punto di vista.

Forse con dei distinguo: a Manhattan si può girare senza timore a qualsiasi ora del giorno e della notte, metropolitana compresa. In altri "boroughs" ( i quartieri in cui è divisa la città), mentre di giorno gli stessi NewYorkesi invitano a scoprirli, è forse sconsigliabile avventurarsi di notte senza avere le idee chiare sulla propria destinazione. Ma in definitiva, le zone davvero da evitare sono talmente poche e talmente "fuori mano" che i guai uno deve proprio andarseli a cercare.

Detto questo, alcuni ovvi consigli ricavati dalle mie insonni nottate passate davanti al computer:

  • Evitare luoghi oscuri e desolati di notte; nelle stazione della subway, rimanere in compagnia delle altre persone in attesa e salire nello scompartimento più popolato.
  • Evitare di dare corda a personaggi ambigui incontrati per strada. Ignorarli completamente e non sentirsi maleducati per questo.
  • Se ci si perde e si arriva in zone poco simpatiche, camminare sempre come se ci si stesse dirigendo verso una meta ben precisa e non cedere al panico, che sarebbe ingiustificato ma certamente attirerebbe l'attenzione.

  • Niente sfoggio di FotoCamere, VideoCamere, telefonini, orologi, biglietti verdi e preziosi.

  • Come direbbero a NYC: "Always be aware of your surroundings", cioè, più o meno: "Sii sempre consapevole del posto in cui ti trovi". Se si ha l'impressione di essere arrivati in una zona sgradevole, girare i tacchi senza pensarci due volte.
Personalmente, mai una volta nei 7 giorni di visita mi sono sentito minacciato o in situazione di pericolo incombente. Tranne quella volta che, salito sul treno sbagliato, sono arrivato nel Queens e sono sceso appena accortomi dell'errore in una stazione completamente deserta. Ma è stato solo l'effetto psicologico delle storie "anni 70" visti nei film che mi ha fatto tenere per un po' il fiato sospeso, non certo le oggettive condizioni del momento. Infatti, nessun problema a riprendere il treno per la direzione giusta dopo pochi minuti.



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